Se il grosso delle importazioni del vino italiano si concentra in Paesi come Usa, Uk, Germania e Canada, per fare degli esempi, i mercati dell’Estremo Oriente, che dal Giappone alla Cina mostrano piccoli ma importanti segnali di ripresa, e quelli dell’Est e del Nord Europa, ancora tutt’altro che saturi, sono mete sempre più interessanti per le cantine del Belpaese. E se è stata ben nutrita la rappresentativa italiana presente, a fine maggio, a Vinexpo Hong Kong, con cantine come Saracco, Damilano, Sordo ed Apollonio, da Casali Viticultori a Marramiero, da Agricole Gussalli Beretta alla Cantina Volpe Pasini, dalla Cantina Schiopetto a Vite Colte, Val D’Oca, Tedeschi ed Enrico Serafino, da La Guardiense a Cantina Delibori, da Borgo Molino a Masottina, Bersano, Argiolas e Michele Chiarlo, da Folonari a Masi e Tasca d’Almerita, con la regia della Iem – International Exhibition Management di Marina Nedic e Giancarlo Voglino, una delle realtà storiche e più esperte nella promozione del vino italiano nel mondo, saranno tante le cantine ed i consorzi, dalla veneta Scriani alla griffe toscana Tenuta Artimino, dalla friulana Villa Vistorta Brandolini alla barolista Anna Maria Abbona, dalla marchigiana Conte Leopardi alla calabrese Zagarella, al “mondo” del Consorzio Vino Chianti, uno dei marchi del vino più popolari al mondo, per esempio, che prenderanno parte alle prossime tappe del “Simply Italian Great Wines” tour, che sarà l’11 giugno a Praga, in Repubblica Ceca, ed il 13 giugno a Stoccolma, in Svezia, negli spazi di Eataly. Due mercati diversi, ma entrambi interessanti, come spiega Iem.
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